
Il
14 febbraio scorso il
governo Sarkozy, nella persona del ministro dell’
Ecologia Nathalie Kosciuko-Morizet, ha presentato una proposta che mira a risollevare le sorti, al momento un po’ stagnanti, del fotovoltaico in
Francia. In pratica, si dovrebbero incrementare del 10% gli incentivi al suddetto settore dell’energia pulita, quando però i moduli fotovoltaici siano prodotti per oltre il 60% del valore aggiunto all’interno della nazione.
Secondo la rappresentante parlamentare, la misura si ispirerebbe a un metodo già sperimentato in Italia, ma si tratta apparentemente di una reinterpretazione: infatti, gli incentivi nostrani si rivolgono, come previsto da
Conto Energia che a sua volta segue in questo caso le regole del
Gestore Servizi Energetici, agli impianti realizzati, al 60% almeno, all’interno dell’UE o di altri Paesi che aderiscono allo Spazio Economico Europeo.
Quindi, i fondi per il fotovoltaico si distribuiscono concettualmente all’Europa, non all’Italia. La norma presentata dalla
Kosciuko-Morizet, tirando le somme, non sarebbe in linea con la regolamentazione europea ma andrebbe in definitiva a favorire soltanto gli impianti fotovoltaici transalpini, assemblati con componenti locali.
Ciononostante, il presidente Sarkozy nel corso di una visita alla
Photowatt ne ha annunciato l’imminente attuazione, forse addirittura nel giro di alcune settimane. Chiaramente, alla base lo scopo rimane quello di richiamare l’attenzione del mondo industriale sulle risorse naturali, sempre convenienti per costi,
impatti ambientali e introiti.