
Ancora una volta Usa e Cina si scontrano sul
fotovoltaico, e gli statunitensi puntano il dito sul mercato cinese considerandolo “distruttivo”. Per questo il governo americano è corso ulteriormente al riparo, introducendo lo scorso marzo dei dazi che “colpiranno” ben
60 importatori cinesi, compresa la Suntech.
La mossa economica è arrivata in risposta ad un mercato aggressivo e caratterizzato dal
dumping, basti pensare che il governo cinese ha stanziato un contributo al settore fotovoltaico, che ha permesso la vendita dei prodotti made in China a prezzi davvero irrisori.
Questo si è tradotto, per le imprese americane, in una corposa perdita economica. Nel 2012, sui
pannelli solari cinesi gli americani hanno investito ben 3 miliardi di dollari contro gli 1,2 dell'anno passato.
Un dato del genere ha destato anche l’attenzione del presidente Obama, che ha subito siglato una legge conferendo al
Dipartimento del Commercio Statunitense il potere di introdurre dei dazi sui beni che arrivano negli Stati Uniti da paesi senza alcuna economia di mercato, tra cui naturalmente emerge la Cina.
Una decisione abbastanza dura, quella del governo americano, che ha subito provocato la reazione di Pechino.
Shen Danyang, portavoce del ministero del Commercio cinese, ha affermato che il suo paese è estremamente deluso dalla decisione ingiusta degli USA, che senza dubbio – secondo Shen - comprometterà la cooperazione energetica fra i due paesi.