
Al giorno d’oggi
produrre energia e non inquinare è diventato un imperativo, sia per i fabbisogni aziendali e della popolazione, sia per il contestuale rispetto dell’ambiente, sia per il risparmio che le rinnovabili comportano, sul piano pratico e su quello istituzionale.
Anche se non dovrebbe accadere, la sensibile diffusione dei grandi impianti fotovoltaici procede adesso di pari passo con l’impennata di furti di
pannelli solari e loro componenti; una sfera d’interessi, quella criminale, indubbiamente poco desiderabile, ma ulteriore segno di un’affermazione del settore: i ladri hanno da tempo individuato nel fotovoltaico un nuovo affare.
Il primo accorgimento da applicare alle strutture minacciate è una buona protezione del perimetro, solida e quindi facile da mantenere, ma anche in grado, magari tramite sensori nel sottosuolo, di distinguere il pericolo reale da un colpo di vento o dal transito di un coniglio.
Per quanto riguarda i sensori esterni, ne esistono a fibra ottica (cioè collegati in maniera invisibile direttamente ai pannelli),
a microonde, a raggi X. Altra soluzione è la videosorveglianza connessa a un radar che riconosca il personale autorizzato a circolare nella zona dell’
impianto fotovoltaico, in modo da evitare falsi allarmi che, alla lunga, potrebbero contribuire a far abbassare il livello di guardia. Insomma, la salvaguardia della struttura diventa positivamente parte integrante del sistema.