
In
Rajasthan, India, nel 1972 nacque un college grazie alla lodevole iniziativa di un uomo chiamato Bunker Roy: il
“Barefoot College”.
Non si tratta di un college qualsiasi, ma di un istituto nato con l’obiettivo di formare persone comuni, anche analfabete, per farle divenire ingegneri solari, artigiani, dentisti e dottori all’interno del loro villaggio di appartenenza, senza alcuno spostamento né costo.
Il fondatore del College, di estrazione aristocratica e con una formazione abbastanza elitaria, nel 1965 decise di andare a vivere e lavorare in un villaggio, piuttosto che ricoprire un incarico importante all’interno della
Pubblica Amministrazione o in qualche azienda privata.
In questo modo vennero gettate le basi del Barefoot College, attraverso il quale si desidera trasmettere conoscenza ai villaggi dei
Paesi in via di sviluppo, in modo che le comunità rurali riescano ad organizzarsi con i servizi di base divenendo autonomi.
Le soluzioni proposte dalla scuola “a piedi scalzi” (questa la traduzione in italiano di Barefoot College) interessano l'energia solare con piccoli impianti fotovoltaici, l'approvvigionamento dell’acqua, l'istruzione, la sanità, l'artigianato rurale, la comunicazione e lo sviluppo.
Molti dei progetti, oltre che in India, sono stati svolti anche in Africa e in Himalaya, dovea diverse anziane di villaggio è stato insegnato come mettere insieme un piccolo impianto fotovoltaico. Le “nonne” hanno imparato a sfruttare l’irradiamento solare per portare elettricità nei propri villaggi.
L’idea di Roy si basa sulla convinzione che proprio le anziane donne, rappresentando i veri e propri “centri sociali” dei villaggi, siano anche le depositarie del sapere.
Per questo dopo una corretta formazione possono assicurare il passaggio del know-how alle nuove generazioni, realizzando un servizio alle piccola comunità e rendendole autosufficienti.