
Ci si dovrà arrivare, prima o poi, è fisiologico, e non sarà che uno dei tantissimi passi avanti che ancora si devono fare… Ma sembra che i tempi non siano ancora maturi per parlare di
grid parity, ovvero la parificazione tra le energie prodotte dagli stanchi e inquinanti combustibili fossili e quelle derivanti da fonti interamente rinnovabili,
fotovoltaico compreso.
È la convinzione di Valerio Natalizia, che oltre a essere il presidente di SMA Italia, ricopre pure la carica di vicepresidente di GIFI, vale a dire il Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane. L’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG) e il governo dovrebbero prima emanare dei provvedimenti importanti, per rendere il settore più stabile e, di conseguenza, realmente competitivo. Insomma, pare che non sia un evento esattamente dietro l’angolo.
Anzitutto, nocciono i tagli agli incentivi. È una delle considerazioni fatte nel corso del convegno cosentino “Fotovoltaico e sistemi di accumulo: sfide e opportunità oltre il Conto Energia”, alcune settimane or sono. Una grid parity forzata non è la soluzione, perché in pratica non ci sono a oggi basi degne di tale nome.
GIFI propone e auspica un’estensione dei certificati bianchi per gli impianti che superino i 20 chilowatt picco, l’agevolazione a sistemi elettrici in edifici e complessi residenziali, l’applicazione della detrazione del 50% a tutti (comprese le persone giuridiche, che potrebbero essere pure incoraggiate a rimuovere l’eventuale amianto), lo snellimento burocratico e creditizio, l’approfondimento di SEU (Sistema Efficiente d’Utenza) e RIU (Reti Interne d’Utenza).
Obiettivi che si potrebbero conseguire più facilmente se si deviassero i sussistenti finanziamenti pubblici destinati ad agenti inquinanti verso le energie pulite. E su questo, a parole, sembrerebbero tutti d’accordo…